LA FORMAZIONE SECONDO AGO

Come ha detto una volta Federico Grom, l’imprenditore dei gelati artigianali, “la formazione degli altri è quella che ci porterà ad avere un futuro migliore”.

Nessuno dà se non ha, nessuno dà se non è, nessuno dà se non incontra.
Perciò formare e scendere in campo nella formazione, non è più un optional ma un’urgenza.
L’importante è essere competenti e dichiarare senza problemi la propria identità.

Per noi la formazione è un processo che con la scusa di affrontare un problema o semplicemente di migliorarci, ci fa incontrare con un’idea, un pensiero, una teoria esterni a noi, che può rispondere alle nostre esigenze ma nello stesso tempo ci aiuta a modellare la nostra fisionomia: fisica, spirituale, culturale. È quindi sempre un incontro tra qualcosa di grande fuori di noi e la parte più intima di noi, dove decidiamo chi vogliamo essere.

Dall’esperienza sul campo e dalla continua ricerca dei perché formarsi e formare, nasce il nostro decalogo dei principi della formazione:

1) La formazione alla base ha sempre un progetto e un patto formativo.
Il progetto oltre agli obiettivi dice il ruolo del formatore (coach, tutor, counsellor, formatore, mentore, facilitatore, consulente, motivatore, ecc.).
Il patto dice l’alleanza perché il vero formatore intuisce qual è la meta ma la raggiungerà insieme ai formati e per questo ricalcolerà sempre con loro la rotta.

2) La formazione è sempre tra istruzione e educazione. 
C’è una competenza da trasmettere e ci sono delle persone da accompagnare. Non c’è formazione senza contenuto da passare, senza decisione da parte del formato, senza relazione tra formato e formatore.

3) La formazione è sempre un processo.
Anche quando si tratta di un evento breve e autoconclusivo.
Per questo richiede un’attenta e accurata preparazione
   prima (analisi dei bisogni ed elaborazione del progetto), 
   durante (cura dei dettagli dell’evento e dei tempi non formali e informali),
   dopo (materiali di restituzione, materiali per proseguire la formazione, ecc.).

4) La formazione è sempre un tempo festivo.
Perché è diverso dalla quotidianità ma ha senso solo se nasce come esigenza dal tempo feriale e fa tornare al tempo feriale più ricchi di prima. Di competenze, di consapevolezze, di relazioni, di conoscenze.

5) La formazione è integrata 
Oscilla continuamente tra diversi metodi, metodologie, tecniche e strumenti. Lo fa perché il metodo è a servizio dell’obiettivo e non viceversa.

6) La formazione funziona se si ricorda di cosa “non è”.
Non è la soluzione a un’urgenza, anche se nell’urgenza può aiutare.
Non è il miracolo garantito, anche se spesso avvia dei miracoli di crescita.
Non è il processo “una volta per tutte”, anche se a volte dà il via a una svolta.

7) Si fa formazione costantemente.
Perché formarsi è come respirare e cibarsi: se stiamo troppo tempo senza semplicemente moriamo. Professionalmente, umanamente, culturalmente, spiritualmente.

8) Nella formazione il “come” nasce dal “cosa”.
Per questo tecniche, attività, esperienze, setting non sono soltanto accessori, propedeutici e strumentali al contenuto, ma sono contenuto stesso.

9) La formazione è una triade al cubo.  
È Rito, Teatro, Gioco, le tre dimensioni della vita.
È Mente, Pancia e Cuore, i nostri tre motori interiori.
È Argomento, Uditorio e Modalità, le tre passioni del formatore.

10) La formazione è un tempo sacro. 
Un tempo dove incontrando altre storie rileggiamo la nostra, 
per essere così pronti a scriverne un nuovo pezzo. 
Perché ogni grande biografia prima di essere un libro è stato
un diario di rielaborazione, 
un quaderno di idee, 
un’agenda di vita.