FOTO e ILLUSTRAZIONI NELLA FORMAZIONE

Quante volte usiamo foto o illustrazione per attivare i nostri formandi… Quale potere c’è dietro? In che cosa ci aiuta come formatori?

VEDERE DENTRO, VEDERE L’INSIEME, VEDERE OLTRE

Per capire la forza delle immagini, foto o illustrazioni ora poco importa, basta attingere da due grandi mondi: quello della psicologia e quello della pubblicità. Da questi due utilizzi capiamo come le immagini possano farci esprimere, ma anche influenzarci.

Come possono fare tutto questo? Principalmente perché noi funzioniamo così, noi immaginiamo, noi vediamo dentro. Nella nostra mente si formano delle immagini quando cerchiamo di capire qualcosa, immagini che abbiamo bisogno di disegnare quando esplicitiamo un’idea. Avete presente quando stai spiegando qualcosa a qualcuno, dici: “Aspetta, ti faccio vedere?” e poi con un foglio di carta butti giù uno schizzo, spesso orrendo, per spiegarti meglio. Ecco. A noi sembra che l’altro capisca per il disegno, ma in realtà siamo i primi noi a migliorare l’esposizione con il disegno stesso.

Il disegno serve quindi a vedere meglio dentro di noi, ma serve anche a vedere l’insieme. Lo scritto permette la condivisione partecipata, perché permette che qualcuno intervenga e corregga un passaggio. Il disegno permette questo, ma lo fa con un colpo d’occhio globale: tutta l’idea è lì. E questo ci permette di correggere il tiro alle correzioni: se un intervento ha delle conseguenze sul tutto, lo si può mostrare subito.

Infine, il potere dell’arte ci dice che le immagini ci fanno vedere oltre. È il potere del simbolico. La scena dipinta è sempre la stessa, ma la scelta di tratto, colore, tecnica, posizioni, fisiognomiche, accessori, cambia totalmente l’idea finale. È il caso delle due mani, maschile e femminile, che Rembrandt tratteggia per il padre misericordioso nel “Ritorno del figliol prodigo“, un quadro pieno di tanti altra simbologia. Lo sanno bene i pubblicitari: la scelta delle immagini per uno slogan, influenzano pesantamente le vendite.

Quali tecniche usare?

Stabilite le basi è facile capire che le immagini aiutano a dire di più, dire meglio, dire espandendo il discorso. Per questo sono ideali per approfondire una questione, rompere il ghiaccio

  • Tecniche per far partecipare. 
    1. Presentarsi con un’immagine. Ottima idea rompighiaccio per iniziare un incontro con un gruppo che non si conosce. La scelta dell’immagine e la sua descrizione, ci dicono sempre più cose di quelle di una presentazione classica, tutto materiale utile per costruire una relazione formativa in tempi brevi.
    2. Dire la propria idea per un tema che si è appena lanciato. Questa è un’ottima tecnica per superare l’imbarazzo del brain-storming, tecnica usata malissimo perchè prevederebbe di essere preparati sull’argomento! La scelta di un’immagine permette alle persone di farsi prima un’idea, che anche se non approfondita è almeno centrata. In questo modo, si entra nel tema in modo più profondo.
  • Tecniche per lavorare sulla relazione
    1. Usare le immagini per uno scambio a due. Dirsi qualcosa scambiandosi un’immagine scelta, aiuta le persone ad approfondire la conoscenza e la relazione, in modo simpatico e divertente.
  • Tecniche per decidere
    1. Scegliere tra più immagini. Proprio per la forza delle immagini, a volte proporre tre immagini e chiedere di scegliere, aiuta le persone a smussare gli angoli prima di prendere una decisione. La differenza in questo caso è che le tre immagini selezionate hanno un senso in sé e non sono prese a caso.
  • Giocare con le immagini
    1. Inventare una storia. Partendo da un’immagine scelta a caso, ogni persona continua una storia. Si può giocare a giro o con interventi a caso. Ricordatevi solo di dare una regola per il conteggio punti e una per la conclusione di un gioco che potrebbe essere infinito.
    2. Ricostruire una storia. In questo caso avete bisogno di immagini create ad hoc come strisce dei fumetti. Quindi puoi usare i fumetti (magari eliminando i testi!) o anche tutta una serie di vignette che trovi su internet. Utile per ricostruire i processi e per affrontare anche sessioni di problem solving, se poi la storia è collegata al tema, ancora meglio.
    3. Rispondere con un’immagine. Immaginate un quiz dove per rispondere dovete fisicamente prendere un’immagine stampata! Potete complicare le cose con una piccola staffetta.
    4. Giochi con le immagini. Ce ne sono molti e molti diventano veri strumenti di formazione. Il più famoso è attualmente Dixit, ma ci sono anche When I Dream, Dream on… Vale la pena provarli.

Per iniziare a lavorare…

Quello che vi serve per cominciare a lavorare è un set di immagini. Le strade per avercelo sono tre:

  1. Costruirle. Si tratta di scegliere delle immagini su Internet, incasellarle in un formato univoco, poi stamparle e magari plastificarle per un uso più duraturo. Vantaggi: la selezione delle immagini e dei formati pressoché illimitata. Svantaggi: il lungo lavoro da fare.
  2. Comprarle. In commercio ne esistono di diverso tipo. Qui ti rimando a quelle di Metalog, esattamente EmotionCards 1 e EmotionCards 2. Vantaggi: selezionate da esperti, pronte all’uso. Svantaggi: costo alto.
  3. Ripensarle.  Si tratta di prendere le illustrazioni usate per dei giochi di società e ridefinirle come strumento di formazione. Come ti ho già detto il primato spetta a Dixit, tant’è che esistono anche dei corsi per l’utilizzo nei colloqui individuali. Alcuni però fanno fatica a usare le carte di Dixit, soprattutto del gioco base, perché hanno un taglio a tratti “inquietante”. Per questo sul Pagliaio trovi solo la versione Dixit Odyssey, già pensato per giocare in 12 e con un mazzo di carte più adatto. Ovviamente puoi puntare sui pacchetti espansione. Io li sto studiando. Per ora quello con cui mi trovo meglio è il Memory.
    Se però, vuoi iniziare con un mazzo di carte più leggero, evocativo ma non troppo (le carte di Dixit hanno sempre più messaggi insieme), allora ti consiglio Dream on. Ho scritto anche un ebook con 10 tecniche esplicitate per usarle nei gruppi, alcune di queste sono valide anche per Dixit. L’ebook è gratuito acquistando il gioco sul Pagliaio.

Dopo aver scelto il mazzo, non ti resta che attivare la messa in gioco! Come al solito prova, rielabora, cambia. Solo così noi formatori ci facciamo un repertorio di tecniche furbe da usare continuamente. Ricordati solo, che per un buon formatore, il repertorio è qualcosa che va sempre aggiornato, modificato, riattualizzato, non è un distributore  di miracoli formativi! Per dirla con con qualcuno che di miracoli se ne intendeva, il formatore con il suo repertorio “è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13, 51c).

Gigi Cotichella