USARE I POST-IT NEGLI INCONTRI FORMATIVI

Hai mai usato i post-it in un incontro formativo? Conosci le potenzialità? Proviamo a condividerne qualcuna insieme e magari ce ne vengono in mente delle altre.

Chi mi conosce lo sa: nelle mie formazioni uso molto la scrittura e i post-it. Lo faccio per le potenzialità che hanno, anche se li uso solo nelle formazione più adatto per rispetto dell’impatto ambientale.

Perché quindi i post-it? Proviamo ad andare con ordine.

LA SCRITTURA PRIMA DI TUTTO. Anche se è nata dopo.

Scrivere fa bene. Fa bene all’apprendimento, fa bene al corpo, fa bene all’anima. Questo perché attiva diverse parti del cervello che diversamente tenderebbero a lavorare di meno. Per questo è fondamentale quando impariamo ad imparare, per questo è fondamentale in tutta la nostra vita.
Scrivere a mano, poi, aiuta a staccarsi dall’idea o dal problema e a vederlo con occhi diversi. Finché restano in noi non riusciremo mai a lavorarci, perché ogni volta che dovremo metterci mano, sarà come toccare qualcosa di noi, un po’ come nell’Allegro Chirurgo, quando dovevi estrarre un osso e tanto alla fine toccavi i bordi e suonava l’allarme. Certo questo vale anche per la scrittura su PC, ma soprattutto per scritti brevi, la fisicità del foglio, del quaderno, aiuta a un distacco più reale e anche più mirato, più contenuto.
Scrivere a mano, infine, serve per fare sintesi. Chi prende appunti a mano in una lezione non riesce a scrivere tanto per questo deve per forza fare una prima sintesi. Questo sintetizzare obbliga a fare proprio ciò che si ascolta, di fatto si inizia a lavorare su quello che stiamo imparando.

MA PERCHÉ SCRIVERE PROPRIO SUI POST-IT? E il piccolo c’entra assai… 

I motivi sono semplicemente tre.

  • POCO SPAZIO, GRANDE CHIAREZZA. Il post-it obbliga ancora di più le persone a fare sintesi. Soprattutto nelle condivisioni è fondamentale avere un punto di partenza chiaro per facilitare l’ascolto negli altri. Quando non scriviamo una pre-sintesi, tendiamo a parlare sempre di più per cercare di
  • TANTI COLORI E TANTE FORME. Come ci dice la tecnica del Metaplan, la forza dei colori e delle forme dei post it può essere usata come un linguaggio vero e proprio. Verde è diverso da rosa, perciò possiamo dare valenze diverse a forme diverse, utilizzando un altro linguaggio oltre alla scrittura: quello visuale. La stessa cosa vale per le dimensioni e le forme.
  • MAPPABILITÀ. Il fatto che siano post-it permette la mappabilità: la gente è libera di attaccare i post-it dove vuole, ma il formatore può ricollocarli a suo piacimento, mostrando per esempio, punti in comune tra post-it, consequenzialità, diversità di intensità.
E ADESSO TRE UTILIZZI PRATICI. Per tutte le nostre formazioni.

IL SEMAFORO.
È una di quelle che uso di più. È molto utile per gruppi numerosi che devono confrontarsi su un tema più articolato. Divido il tema in vari punti. Per ogni punto allestisco nella stanza una mini esposizione: c’è il punto scritto in grande, magari qualche foto e/o frase che aiuta ad approfondire. Vicino ad ogni punto dispongo dei post-it verdi, rosa e gialli. Il significato dei post-it è quello del semaforo:

  • ROSA. Come per il rosso, lo usa per indicare i problemi che bloccano, le cose che decisamente non vanno su quell’argomento.
  • VERDE. Esattamente all’opposto li uso per le cose che invece vanno bene.
  • GIALLO. Qui c’è un po’ di ambiguità: puoi usarlo per dire le cose a cui prestare attenzione, oppure le cose da migliorare che non sono ancora per forza un problema.

Dopo un primo giro in cui le persone scrivono le loro opinioni, se ne può fare un altro in cui si può rispondere, con la stessa tecnica, la nostra reazione a quello che hanno scritto gli altri.
Una tecnica del genere aiuta il gruppo a entrare nel tema e sentirsi più gruppo. Il formatore avrà poi una serie di stimoli per approfondire il percorso negli incontri successivi.

L’ALBERO DEI PROBLEMI.
Una tecnica per affrontare in un gruppo, una situazione problematica. Qui si alza il livello della visualizzazione. Metto sul tavolo un albero schematizzato fatto in semplice cartoncino marrone, con i rami spogli. E attivo tre fasi:

  1. I FRUTTI. Chiedo alle persone di dire tutti i problemi che vedono. Sottolineo che sono i sintomi, quello che blocca il lavoro, la relazione. Mi piace fare la citazione “Dai frutti li riconoscerete“, per stimolare la voglia di elencare quanti più problemi possibili. Uso per questa fase dei post-it rosa.
  2. IL TERRENO. Se il terreno è inquinato, i frutti non saranno buoni. Perciò chiedo quali sono le cause dei problemi di prima. Se per caso un sintomo detto prima è di fatto una causa, chiedo di riscriverlo. Per questa fase uso dei post-it verde. È abbastanza normale che per questa fase i post-it diminuiscano.
  3. L’ARIA. Dato che è molto difficile sradicare l’albero e ripiantarlo altrove senza danni e che la bonifica dell’aria è più veloce di quella di un terreno, chiedo di “cambiare aria”, cioè di segnare con un solo post-it (giallo o azzurro) una soluzione per un problema.

È incredibile notare come spesso si parta da problemi emotivamente sentiti per poi arrivare a soluzioni più profonde, più razionali che di fatto aiutano di più della semplice risoluzione immediata.
Tra l’altro, ho visto che aiuta molto parlare del fenomeno degli Hibaku jumoku, gli alberi sopravvisuti all’esplosione della bomba atomica che sono tornati a fiorire. Se ne vuoi sapere di più, clicca qui.

PROJECTUS.
Non so se conosci Projectus, è un kit per scrivere un progetto insieme in equipe. Lì uso parecchi post-it. Lo faccio perché oltre a permettere tutto quello che ti ho già detto, fa sì che quando si va a scrivere davvero il progetto, tu possa riutilizzare le parole lanciate dai partecipanti. Questo fa veramente sentire protagonisti le persone e rende il progetto più solido e più facile da attuare… perché quando lo senti tuo, lo vivi più a fondo. 

GG Cotichella

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Gigi Cotichella

Foto di Gigi Cotichella durante due formazioni.