TRA GIOCO E APPRENDIMENTO

L’apprendimento ha bisogno di essere ancorato alla realtà, altrimenti corriamo il rischio di dimenticare.  E se fosse il gioco la strada maestra per aiutarci ad apprendere?

APPRENDERE A VIVERE: UN CAMMINO CHE IL SAPORE D’INFINITO

“L’apprendere molte cose non insegna l’intelligenza.” (Eraclito)

“Faccio sempre ciò che non so fare, per imparare come va fatto.” (Vincent Van Gogh)

“Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo.” (Aristotele)

 

I vari esempi di citazioni ed aforismi ci indicano quanto l’apprendimento, le sue meccaniche, il suo scopo, la sua durata, siano stati oggetto di fascino e interrogativi fin dagli albori della filosofia.

È qualcosa che ci fa arrovellare, quindi, verrebbe da dire che mentre riflettiamo sull’apprendimento…apprendiamo qualcosa di più.

Non possiamo fare a meno di apprendere, lo facciamo già durante la gestazione e continuiamo a farlo per tutta la vita. Quello che è veramente importante è comprendere perché impariamo, quanto dura questo processo e come avviene. Se capiamo questi aspetti, l’apprendimento potrebbe diventare un gioco da ragazzi!

IMPARARE AD ABITARE IL MONDO

Una delle lezioni più interessanti, che mi porto nel mio bagaglio di pedagogista e formatore, l’ho vissuta all’università, grazie ad un docente che il primo giorno di lezione ci disse il titolo di uno dei libri che avremmo studiato: “imparare ad abitare il mondo”. Questo titolo mi incuriosì talmente tanto che il libro lo acquistai il giorno stesso e iniziai a leggerlo/studiarlo (si, anche questa differenza è importante) con avidità. In breve: l’autore con un linguaggio tecnico, ma scorrevole allo stesso tempo, approfondiva la complessità dei processi che si attivano durante l’apprendimento, ma li inseriva in una sorta di time line della vita, mostrando come per ogni fascia di età noi impariamo nuovi metodi per imparare. Ciò che rendeva questa prospettiva affascinante era il fine ultimo: vivere, o meglio, imparare a vivere per imparare ad abitare il mondo. Guardare da questa prospettiva, seppur intuitiva e in un certo senso banale (certo che tutto quello che impariamo dovrebbe servirci a vivere, no?), ha cominciato a dare un gusto nuovo ad ogni mio apprendimento. Ma non si impara solo per vivere, vero?

MA NON SI APPRENDE ANCHE PER ALTRI MOTIVI?

Quante volte, infatti, sentiamo dire: “ma a che serve studiare, sapere questa cosa?”, “nella vita il teorema di Pitagora non l’ho mai applicato”. Questo solleva il problema fondamentale della mancanza di connessione tra ciò che impariamo e la sua utilità nella vita reale.

Se ogni atto di apprendimento fosse legato a un motivo concreto e rilevante, l’apprendimento potrebbe diventare più coinvolgente per molti di noi.

In realtà ci sono anche motivazioni diverse, seppur il primo, per cui ci sforziamo tanto, è proprio quello di abitare il mondo.

C’è chi apprende per:

  • svolgere un lavoro specifico;
  • imparare una mansione;
  • per diletto e passione;
  • per curiosità;
  • per dovere;

Qualsiasi sia la motivazione che ci spinge, o ci trascina, l’apprendimento costa fatica e, indipendentemente dalla motivazione stessa che lo genera, può essere più o meno persistente. Un esempio banale è quello accennato del teorema di Pitagora: se non uso questo apprendimento spesso, magari, dopo un po’ posso dimenticarlo. Ma cosa succederebbe se l’apprendimento fosse non solo uno sforzo intellettuale e fisico, ma anche una fonte di piacere? Quanto cambierebbe il nostro approccio allo studio, al lavoro, alla musica, al teatro, alle mille attività che apprendiamo nella nostra vita se tutto fosse coinvolgente ed immersivo?

C’È MODO E MODO

Per apprendere c’è bisogno che alcune condizioni siano favorevoli, poi non possono mancare la motivazione, l’attenzione, la pazienza. Tutti questi ingredienti, mescolati sapientemente, creano quelli che in gergo si chiamano stili di apprendimento” e che ognuno di noi personalizza nella propria vita.

Per questo motivo oggi la didattica cerca di elaborare sempre nuove metodologie che possano rende l’apprendimento significativo.  Il che vuol dire proprio far sì che le conoscenze che acquisiamo possano essere utili per affrontare le diverse sfide della vita unendole alle capacità e alle abilità personali. Ma tra le tante metodologie, ce ne sarà qualcuna che offre risultati promettenti?

GIOCO E APPRENDO

Il gioco è sicuramente una delle esperienze umane più piacevoli, che accomuna persone di ogni parte del mondo, di qualsiasi età, religione, lingua ed estrazione sociale. Un linguaggio universale, che ha migliaia, milioni di vocaboli, ma anche facilmente comprensibile. Per questo motivo da qualche decennio si studia l’applicazione del gioco per favorire l’apprendimento a 360°, nei contesti più disparati.

I concetti che spiegano la potenzialità dell’esperienza ludica sono molti, ma tra i tanti citiamo:

  • il gioco è un’esperienza attiva (non si sta fermi ad ascoltare, bisogna interagire);
  • il gioco potenzia lo sviluppo (motorio, percettivo, cognitivo, emotivo, relazionale);
  • il gioco è una palestra sociale di vita;
  • il gioco è una palestra personale di vita;
  • il gioco potenzia la plasticità cerebrale.

Verrebbe da dire: “non male per un’esperienza vecchia quanto la vita sulla terra”. Vero, infatti questo basterebbe a giustificare il fatto che ogni attività umana abbia un po’ di gioco insita nella sua essenza. Ma cosa significa, nello specifico, imparare, apprendere giocando?

GIOCARE IN DIVERSI CONTESTI

Dimmi con chi sei e ti dirò come giocare, per apprendere.

Potrebbe essere questa una parafrasi del celebre aforisma, per dire che non esiste situazione, contesto o platea per cui non si possa usare un gioco per favorire un apprendimento. Certo, è bene scegliere il gioco giusto, quello che cioè possa stimolare la motivazione, l’attenzione e possa immergere tutti in un’atmosfera non giudicante e serena.

In azienda: da anni ormai si parla di gamification, di sessioni di gioco digitale in cui proprio attraverso le meccaniche più disparate i dipendenti devono superare sfide, livelli, ottenere premi ed altro ancora. Oppure un’altra esperienza vincente per rafforzare lo spirito di gruppo sono le tante attività legate al Team building, come gli Escape Room, molto in voga anche in Italia negli ultimi decenni.

Non meno coinvolgente, e in netta ascesa, l’uso di giochi fino a poco tempo fa impensabili da inserire in contesti aziendali come i mattoncini LEGO o ancora i nostri amati giochi da tavolo. Questi possono fungere da attivazione per sessioni di lavoro, ma anche essere proprio il centro dell’attività di apprendimento.

A scuola: si parla sempre più spesso di didattica ludica, pensandola come la scienza che studia l’effetto positivo dell’apprendimento. Anche in questo caso possono integrarsi strumenti tecnologici come le lavagne touch e i giochi da tavolo. Con AGO formazione durante i mesi più critici della pandemia abbiamo formato centinaia di docenti su un uso on line degli stessi giochi da tavolo, adattandoli per coinvolgere il più possibile e motivare l’apprendimento degli studenti.

Nei contesti informali:. Dall’oratorio alle associazioni di volontariato, dalle sagre di paese ai pub, dalle librerie alle fiere, ogni posto ha la capacità di accogliere sessioni di gioco, far incontrare persone diverse, creare pro-socialità.

Non è un caso se le fiere nazionali, regionali e cittadine sul gioco, e sul gioco da tavolo, vedono di anno in anno un aumento esponenziale delle presenze e della partecipazione attiva.

DULCIS IN FUNDO

Ricapitolando, apprendere è una delle attività che svolgiamo più nella vita: iniziamo già prima di venire al mondo e continuiamo costantemente tutti i giorni della nostra vita. Cambiano sicuramente i contesti, le modalità, le persone che condividono con noi un percorso, ma spesso il fine ultimo rimane sempre quello di essere utile alla vita stessa. Impariamo perché ne abbiamo bisogno per vivere ogni attività umana, con competenza e pienezza.

Tra le tante modalità, apprendere giocando è un’esperienza che negli ultimi anni stiamo rispolverando dall’armadio della storia dell’umanità. Lo abbiamo riscoperto in tante esperienze di vita, come il lavoro, lo studio, gli eventi sociali, e per ognuno di essi esiste sempre qualche gioco che ci aiuta ad apprendere in quell’ambito. Che sia un gioco di narrazione, uno logico-matematico o altro l’importante è giocare, perché nel momento in cui ci immergiamo nel magico mondo del gioco, stiamo già imparando la bellezza di vivere.

 

Antonio Dilisi

 

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