I GIOCHI FORMATIVI. UNA MARCIA IN PIU’

Il gioco è serio ed è un ottimo alleato della formazione e dell’educazione. Esistono diversi livelli di utilizzo, il nostro formatore Antonio Di Lisi ne ha individuati tre. Scopriamoli insieme.

Il gioco come sostegno alla formazione e all’educazione

Immaginate un mondo dove il gioco non esiste. Senza dubbio sarebbe un mondo privo di emozioni, creatività e divertimento, ma anche scarno di relazioni.

Il gioco, infatti, prima di diventare uno strumento è, soprattutto, un’esperienza costitutiva dell’essere umano, che dovrebbe accompagnarci durante l’intero arco di vita. Purtroppo, però, ogni tanto lo dimentichiamo.

Come adulti impegnati in sfide educative, sappiamo quanto sia importante la capacità di creare relazioni significative con quanti abbiamo a cuore. Ecco perché è utile parlare di giochi da tavolo formativi: progettati per aiutare le persone a sviluppare le loro competenze e a crescere come individui, attraverso attività ludiche e coinvolgenti.

La serietà del gioco

“L’uomo è più vicino a se stesso quando raggiunge la serietà di un bambino intento nel gioco.” (Eraclito)

Riprendendo la frase di Eraclito, il gioco, in quanto esperienza costitutiva, ha il pregio di mettere a proprio agio le persone e aiutarle a ri-scoprirsi, grazie anche a quello che J. Huizinga ha definito anni fa come “cerchio magico”: uno spazio, un luogo e un tempo protetti, dove sperimentare sé stessi.

Il cerchio magico, per Huizinga, si crea nel momento stesso in cui si inizia a giocare e, in questo senso, diventa un potente alleato per facilitare l’attività educativa e formativa, perché può venire a contatto con la parte più vera e spontanea della persona.

Per questi motivi, e tanti altri, i giochi Forludo che vi presentiamo sono adatti all’uso da parte di: educatori, pedagogisti, psicologi, HR, counselor, animatori sociali, docenti, formatori…

Vanno bene per tutte le età? 

Il gioco è di tutti, questo è diventato un mantra, in particolare però, per determinate meccaniche di gioco e di sviluppo cognitivo, è consigliato seguire l’indicazione nella scatola del gioco stesso. In particolare:

MyParty!                    è un  10+

Mr.Maslow                 è un  13+

È significativo usare questa indicazione d’età perché incarna lo stesso principio condiviso dall’inizio: il gioco dura tutto l’arco della vita. Mettere un “+”, quindi, dopo l’età minima, sta a significare che non esiste un’età massima per giocare.

Bene, molto interessante, ma come si usano?

Qui viene il bello!!!

I giochi formativi…non sono soltanto giochi, ma anche strumenti formativi che hanno almeno 3 livelli di utilizzo.

Livello 1

Il gioco è…un gioco. Potete utilizzare i giochi formativi come attività di intrattenimento, perché sebbene siano formativi, appunto, rimangono pur sempre dei giochi. Sono ottimi da utilizzare nei momenti ricreativi, più o meno strutturati, per vivere un’esperienza di spensieratezza e divertimento.

Livello 2

Il gioco formativo nasce ispirandosi ad alcune teorie delle scienze umane, per cui il secondo livello è il cuore del gioco stesso e la modalità in cui inizia ad esprimere tutte le sue potenzialità.

My Party!, è un gioco formativo creato per consolidare e/o potenziare la capacità di Problem Solving di chi gioca;

Mr. Maslow è un gioco formativo creato per facilitare chi forma a far emergere i bisogni latenti dei destinatari.

E in pratica?

Il primo step è proprio quello di proporre l’esperienza ludica, facendo giocare quindi i partecipanti seduti attorno ad un tavolo.

Il secondo step è quello di osservare sistematicamente le dinamiche che scaturiscono durante la partita. Il gioco, infatti, grazie al cerchio magico, favorisce l’emergere di comportamenti, dialoghi, pensieri, interazioni che rispondono alla teoria di base del gioco stesso. Per fare ciò è molto utile costruire e/o acquistare una scheda di osservazione/check list per non tralasciare dati importanti.

Il terzo step è quello del debriefing. Dopo aver osservato i partecipanti durante il gioco, è possibile proporre una serie di attività per riappropriarsi metacognitivamente di quanto è accaduto ed è emerso durante il gioco. In questa fase è fondamentale l’approccio contenitivo di chi conduce l’attività, che deve avere un minimo di competenze specifiche e capacità di aiutare a ri-significare quanto vissuto durante il gioco. Vi sono molte modalità per condurre efficacemente un debriefing, ma lasciamo alla libera scelta di chi conduce quale usare.

Esempi di utilizzo nella formazione

MyParty!: usare questo gioco nella formazione è utile per lavorare per esempio con un gruppo di lavoro di un’azienda, che ha bisogno di valutare l’approccio alla risoluzione dei problemi dei singoli e del gruppo. La parte di debriefing potrebbe essere condotta facendo elaborare una strategia vincente, condivisa e negoziata dal gruppo, a partire dalle migliori partite giocate nei vari gruppi. La cornice del cerchio magico permetterà di proiettare sul gioco stesso le tensioni, incomprensioni e di coinvolgere anche chi, solitamente, è più chiuso o restio ad esporsi.

Mr.Maslow: i bisogni personali, in un gruppo di lavoro, devono essere il più possibile bilanciati con i bisogni del gruppo e dell’azienda stessa. Riuscire a prendere consapevolezza degli uni e degli altri può aiutare il gruppo, senza dubbio, nel raggiungimento di un equilibrio tra la membership e la groupship. Usarlo in fase di riflessione, sullo stato di salute del gruppo, e personale, può da un lato aiutare a disinnescare resistenze latenti, dall’altro favorire una circolarità nella comunicazione.

Quanto avvenuto durante le aste del gioco, per esempio, è un buon punto di partenza per il debriefing e sfruttare anche in questo caso la cornice protetta del cerchio magico.

Esempi di utilizzo nel lavoro psico/educativo

My Party!: nel lavoro psico-educativo uno degli obiettivi più importanti è l’empowerment dei partecipanti. In genere ci sono molte metodologie e strumenti per lavorare in tal senso, ma il gioco è come detto sia un’esperienza, sia uno strumento.

Usare il gioco “My Party!” è utile per il lavoro con minori, giovani, persone con disabilità non cognitive, BES, in vari e molteplici contesti: educativa domiciliare, case famiglia, dopo scuola specialistico, minori stranieri non accompagnati, attività extra scolastiche, animazione sociale, oratorio ecc.

Usando per esempio le carte del gioco, è facile poter creare una serie di esercizi di logica e che stimolano il pensiero creativo, sempre in forma di gioco.

Mr. Maslow: una delle sfide del lavoro psico-educativo è instaurare e/o consolidare la relazione con l’utente e la fiducia reciproca. Questo gioco, con la meccanica dell’asta, vi permetterà di conoscere quali sono i bisogni latenti degli utenti e di lavorare insieme a loro per dare risposta ad alcuni comportamenti problema.

Esempi di utilizzo nel lavoro didattico/scolastico

My Party!: per un buon utilizzo di questo gioco in ambito didattico-scolastico vi rimandiamo alla sezione del nostro sito dedicata, “noproblem”. Vi invitiamo anche a mandare una mail a noproblem@forludo.com per richiedere i kit di lavoro gratuiti.

Mr. Maslow: più adatto alla scuola secondaria di primo e secondo grado, questo gioco è un valido aiuto per aiutare studenti e studentesse a riscoprire i propri bisogni, soprattutto in questo periodo post-pandemico, che ha messo a dura prova l’equilibrio psico-fisico di giovani e adulti.

Oltre ad usare il gioco a gruppi in classe, è possibile proporre una dinamica Role Playing che coinvolga tutta la classe contemporaneamente. Per saperne di più scrivici a info@forludo.com

E il livello 3??? Beh, per conoscere il livello 3 dovrete aspettare la prossima puntata!!!

 

Antonio Di Lisi

 

Immagine di Jesus Loves Austin su Unsplash