L’UMANITÀ “A PORTATA DI MANO”

Emanuele Bortolazzi racconta l’esperienza vissuta coi ragazzi che hanno iniziato il servizio civile presso l’Associazione NOI. Ci presenta l’importanza delle mani e della manualità all’interno della nostra vita in società e di tutti i giorni.

L’umanità

Le motivazioni che spingono un ragazzo a scegliere il servizio civile possono essere infinite, diversissime tra loro, almeno tante quante i cuori, le menti, le mani che si avvicinano a questa esperienza. Ma dentro questo periodo della loro vita ci sarà qualcosa che rimarrà come costante della quotidianità: l’umanità. Principalmente la propria e poi quella con cui si incontreranno, scontreranno e confronteranno. Un’u-mani-tà a portata di mano.

Maneggiare la perfezione

Questo era il pensiero che ha guidato la formazione con i ragazzi del servizio civile della NOI Associazione che hanno iniziato il loro percorso nella sede Nazionale di Verona martedì 16 ottobre. La proposta è stata quella di lavorare con l’argilla, un materiale che raccoglie il calore delle mani che l’impastano, e che si presenta come la sintesi di acqua, terrà, aria e aspetta il calore per potersi solidificare e fissare. Attraverso un laboratorio manuale abbiamo attraversato la tentazione costante della perfezione, di una vita perfetta e di un servizio perfetto, fino ad un vero confronto con il limite, con la fatica, soprattutto con l’errore che spesso abbatte e schiaccia fino a terra e può diventare il punto base, il luogo da cui ripartire. E “senza le basi, scordatevi le altezze” diceva il mio prof di geometria.

Umanità in mano

Il cuore del laboratorio è stata la realizzazione della propria mano incisa su quella formella di argilla. Ciascuno dei ragazzi ha avuto la possibilità di lasciare la sua impronta e di toccare in qualche modo anche quello che uno dei desideri più profondi dell’umanità: lasciare un segno, un’impronta su questa terra. Ho poi chiesto a ciascuno di dare un gesto a quella mano di argilla, immaginandolo come il gesto di cura con cui desideravano lasciare un segno nel percorso che stavano per iniziare. Il servizio rischia di essere una parola molto astratta, ma i gesti che ciascuno riceve o dona sono tutto ciò che rimane impresso.

La vera scoperta è stata poi nel rendersi conto che dentro la mano, dentro tutti i suoi gesti si sviluppa, cresce o si distrugge in un certo senso tutto l’umanità. Non è un caso che la parola “umano”, tenga dentro di sé la parola “mano”, quasi a dire che l’umanità passa dai gesti che realizziamo con le mani: gesti di cura, gesti di violenza, gesti di amorevolezza, gesti di rifiuto, gesti di protezione… da qui scaturisce l’u-mani-tà, ovvero la possibilità di prendersi cura dell’u-mano. In questo anno questi ragazzi che hanno scelto questo percorso di servizio negli oratori, nei centri diurni, nelle comunità… nelle molte esperienze proposte dal NOI, avranno l’occasione quotidiana di confrontarsi con la propria umanità, prima di tutto e poi con quella che incontreranno.

In conclusione

L’idea del laboratorio manuale nasce dal desiderio di far sperimentare già da subito la forza delle parole che in qualche modo si incarnano nella materia. Il prodotto che i ragazzi hanno realizzato, in questo caso la mano, rimane loro come segno, si imprime dentro come esperienza, e proprio per questo, per aver fatto esperienza in prima persona, la formazione raggiunge il suo significato più profondo.

 

Emanuele Bortolazzi

Foto di Alex Jones su Unsplash