Mano di bambina che tiene mano del padre

PATERNITÀ E LAVORO: IL VALORE DI UNA NUOVA CULTURA

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di equilibrio vita-lavoro, di benessere organizzativo e di parità di genere. Tuttavia, un tassello fondamentale di questa trasformazione culturale resta ancora poco esplorato: il ruolo dei padri. La paternità non è soltanto un fatto privato, ma un tema sociale e, soprattutto, aziendale. Perché una cultura del lavoro che riconosce ai padri il diritto e la possibilità di esserci davvero nella vita dei figli è anche una cultura che promuove inclusione, responsabilità condivisa e innovazione organizzativa.  Continue reading

4 persone con un fumetto colorato sulla testa

LA CULTURA ORGANIZZATIVA NELLA COMUNICAZIONE

In ogni organizzazione – azienda, scuola, ente pubblico o realtà del terzo settore – la comunicazione interna non è solo un canale per passare informazioni: è uno strumento fondamentale per costruire la realtà condivisa in cui operano le persone. Non si tratta solo di “dire le cose”, ma di generare significati, valori, comportamenti. Continue reading

avambraccio di uomo che lavora al computer e ha un orologio al polso

LAVORARE MEGLIO, NON DI PIÙ!

Trovare il giusto equilibrio tra le attività quotidiane e le scadenze lavorative è una sfida per molti professionisti. Un’efficace gestione del tempo permette di ridurre lo stress, aumentare la produttività e migliorare la qualità del lavoro svolto. In questo articolo, esploreremo alcune strategie pratiche per ottimizzare il proprio tempo. Ah, a proposito… ti ci vorranno circa 3 o 4 minuti per leggerlo! Continue reading

AGO CHANGE 1

I DUE TEMPI DEL VIVERE

Anni fa mi capitò di fare una lunga ricerca sul senso del tempo. Fu in occasione della scrittura del primo vero spettacolo di varietà da prima serata. UNA GIORNATA DA DIO (Ammesso che sia in casa). Ero ovviamente ancora ad AnimaGiovane e fu una delle più belle avventure che mi sia mai capitata.

Tutto era incentrato sul tempo. Collaborammo in tanti e in tante modalità. Ma ci fu un pezzo che fu mio in tutti i sensi: un testo in cui interpretavo Gigio Scolino un cantastorie improbabile che doveva raccontare una favola sul tempo.

Appassionato di mitologia, conoscevo sia il mito di Crono, dio del tempo, padre di Zeus che divorava i suoi figli per non venire da questi deposto, sia la dimensione più filosofica per cui al concetto di cronos, il tempo che scorrendo inesorabile tende anche a divorarci, si unisce quello di kairòs, il tempo opportuno, il tempo bello in cui decidi e ti decidi.

Cronos, il tempo dello scorrere della sabbia nella clessidra
Kairòs, il tempo di tutte le meraviglie che puoi fare durante quello scorrere.

Decisi di riscrivere il mito della nascita degli dei facendo diventare i due, gemelli. Due facce della stessa medaglia. Inseparabili e confondibili. Ed è a causa di questa confusione che corriamo il rischio di vivere male il tempo che ci viene concesso.

Ho sempre pensato quello che c’è scritto nella frase: se anche non ci è dato di decidere quanta sabbia concederci, abbiamo tutto il potere di decidere su come vivere nel tempo di quella sabbia. Questo credo sia il senso del tempo.

Da quando Einstein ha formulato la teoria della relatività, diciamo che il tempo è relativo. Anche in campo esistenziale. Ma non nel senso di poco importante, nel senso di collegato al proprio stile di vita. D’altra parte lo stesso Einstein ebbe a dire: “Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”.

Gigi Cotichella