Partendo da uno strumento di formazione come le finestre, proviamo a vedere un uso diretto per i gruppi di lavoro. Un modo diverso e diretto per riuscire a capire dove siamo come gruppo e dove vogliamo andare. Continue reading

Partendo da uno strumento di formazione come le finestre, proviamo a vedere un uso diretto per i gruppi di lavoro. Un modo diverso e diretto per riuscire a capire dove siamo come gruppo e dove vogliamo andare. Continue reading
Terza puntata dell’educare nel digitale. Prima sfida: il mito dell’immagine perfetta. La soluzione? Tornare a narrare. Continue reading
Una settimana nel nome dell’Equipe!
Lunedì 7 nella sede degli INSUPERABILI.
Vi ho mai parlato di loro? Ancora no? Beh, sappiate solo che ho una scrivania di appoggio con questo gruppo fantastico. La foto un po’ sfocata da l’idea: loro non stanno mai fermi! Un progetto sociale meraviglioso, un’idea imprenditoriale all’avanguardia di cui vi parlerò presto.
Con loro abbiamo iniziato un percorso sul come lavorare in squadra usando ovviamente i giochi da tavolo! Prima puntata con TWINS e cosa c’è in gioco quando giochiamo in squadra.
Giovedì 10 – Venerdì 11 Misericordia di Certaldo.
Qui sto facendo un progetto bellissimo: accompagnare i tre membri del coordinamento per un periodo. Obiettivo? L’acquisizione di competenze personale e il miglioramento delle prassi di lavoro all’interno di una bellissimo ente. Quindi si lavora sull’equipe centrale per migliorare tutti i gruppi di lavoro.
Venerdì 11 Confederazione Nazionale delle Misericordie.
Lo so, ve lo state chiedendo: “Ma sempre con le Misericordie?”. Anche su questo dovrò scrivervi di più. Sicuramente è scoccata una scintilla… e adesso stiamo decidendo di mettere tanta legna. Il progetto più grande? Collaborare al Sinodo Nazionale delle Misericordie. Per l’occasione ho creato due strumenti di condivisione per ascoltarsi e prendere delle decisioni insieme. Stiamo ultimando il tutto… e l’adrenalina già è a mille, pensando alle “mila” persone che li useranno nelle loro equipe di lavoro.
Sabato 12 Oratorio s. Anna Prato.
Quando Pastorale e Sociale, camminano insieme è fonte di grandi miracoli. Sto seguendo una equipe meravigliosa. Il responsabile è anche il responsabile dell’Oratorio da 12 anni, ma è anche un laico, uno sposo, un papà… e per me amico di vecchia data. L’equipe è formata da educatori professionali che lavorano in oratorio, servizio civilisti e anche un don. Bellissimi. Ma bellissimo è stato usare le “finestre” come strumento formativo. E ovviamente ci scriverò un articolo la prossima settimana, perché quando uno strumento funziona… bisogna condividerlo, no?
Ecco. Ho fatto una scorpacciata d’equipe. E ne farei ancora a mille, perché è lì il lavoro da fare. Non c’è cambiamento, se non partendo dai gruppi di lavoro, di qualunque genere siano. Sull’equipe ho già scritto e lo farò ancora, perché serve, perché è fondamentale.
Perciò buona settimana, buona equipe, buon tutto.
Gigi Cotichella
Quante volte usiamo foto o illustrazione per attivare i nostri formandi… Quale potere c’è dietro? In che cosa ci aiuta come formatori?
Organizza al meglio la tua vita: un libro per crescere nella consapevolezza. Pratico sì, ma fortunatamente anche profondo. Così sappiamo che cosa fare e anche il perché. Continue reading
Ci sono settimane, come questa appena passata, dove il lavoro è davvero tutto dietro le quinte. Anzi, a volte è proprio lontano dal teatro dove poi andremo in scena. A volte addirittura, stiamo cercando ancora quel teatro.
Perché, prepararci è qualcosa che va fatto continuamente. E non coincide solo con la ricerca.
Ovviamente si parte da lì. Dalla ricerca. La ricerca è almeno leggere continuamente al di là di qualche cosa che ci serve per un incontro. Dal leggere dobbiamo provare a sistematizzare, a riscrivere, ad archiviare, perché così avremo del materiale pronto. In ogni caso però, leggere, fa bene in sé, ne ho parlato qui.
Il prepararsi è poi legato agli incontri. E ovviamente parlo di quegli incontri che favoriscono idee. Faccio mille riunioni in cui progettiamo, pensiamo a nuovi strumenti, a nuovi percorsi. Spesso sono usuranti perché c’è una prestazione altissima. E allora ho bisogno di altri incontri. Certo ci sono quelli d’evasione, che sono quasi delle medicine, quelli dove “parliamo di tutto tranne che di lavoro”… ma io penso ad altri incontri, perché per me questo lavoro coincide con la vocazione. Quindi ho bisogno di incontrare qualcuno che conosca il mio lavoro, in qualche modo lo stimoli, ma non ci sia la prestazione di mezzo. Io li chiamo incontri a maggese, perché alla fin fine servono per la produzione del terreno, ma nello stesso tempo non vivono la coltura intensiva.
Ricerca e incontri, mi portano al confronto con l’altro. Poi c’è bisogno di fermarsi e ritornare in sé. Mi rendo sempre più conto che ho bisogno di spazi e tempi per portare i mille stimoli ricevuti a una dimensione più profonda, dove guardarli in faccia e dire con serenità: “Ma tu chi sei veramente? Sei davvero utile al mio cammino?”. Da quando ho ricominciato a ritagliarmi questi momenti sono più sereno, capisco meglio dove sbaglio e dove voglio correggere il tiro per migliorarmi. Non è per niente facile, ma almeno ho una direzione.
Quindi se volete sapere che cosa ho fatto questa settimana: ricerche, incontri, riflessioni.
Se pensate invece che abbia perso tempo… ne riparliamo tra un po’ di tempo!
Buona vita, buona preparazione, buon tutto!
Gigi Cotichella
Prima puntata di un percorso per fare i conti con i ragazzi e i giovani di oggi, nativi digitali. Idee e proposte da alcuni incontri di Gigi Cotichella in tutta Italia.
È stato un week-end di incontri. In digitale, per parlare di presenze educative e in presenza, per parlare di educare nel digitale.
Ho iniziato giovedì sera con gli amici della pastorale giovanile della diocesi di Acireale (CT). Ogni anno per d. Bosco organizzano delle serate educative. Anni fa ero andato proprio a una di queste. E questa volta sono tornato, in formato digitale. Ho visto volti, ho ascoltato voci, abbiamo giocato insieme, abbiamo parlato di comunicazione (il tema) e siamo arrivati anche a scoprire la comunicazione di Gesù, che guarda caso è pienamente in linea con tutte le scoperte attuali delle neuroscienze per quello che riguarda proprio la comunicazione. Ci sono state persone che mi hanno contattato dopo. Alla faccia del virtuale che non sarebbe reale! È reale, perché è reale il tempo che da entrambi le parti investiamo, perché è reale il tempo di preparazione. Diventa “più reale” se sono reali i segnali di accorgimento che diamo: è il cosiddetto feedback comunicativo che va di pari passi con l’ “I CARE” educativo. Il digitale è un mondo dove possiamo fare la differenza. Fare la differenza non significa mitizzarlo, preferirlo alla presenza a tutti i costi. In tempi pre-pandemici e quindi non sospetti, già si teorizzava che la formula formativa migliore fosse il blended, ovvero il metodo misto: momenti in presenza e momenti su supporti digitali, il tutto sapientemente mescolati.
Venerdì e sabato invece sono stato a Rebbio (CO), per un’edizione ridotta della settimana dell’educazione, sempre in onore di d. Bosco. Ho fatto un incontro per genitori, insegnanti, catechisti ed educatori e due laboratori per preadolescenti e giovani.
È stato arricchente. Più di altre volte. Sia per qualche nuova sperimentazione (davvero bello il format sul decalogo delle parole ostili!) sia per i feedback ricevuti. Qualcuno anche dopo, online. Una persona mi ha chiesto se ci fossero delle dispense. Non ci sono. Ma ho pensato che sarebbe bello fare una serie di articoli sull’ultima parte della serata, quella quando vediamo che dietro ogni terrore digitale che noi adulti abbiamo sui giovani, ci sono in realtà una sfida e un’opportunità educativa per noi adulti verso quegli stessi giovani.
Voi che ne dite, può essere utile?
Due bei momenti, davvero, che mi hanno ricordato ancora una volta che ogni volta che digitiamo nel digitale abbiamo una bellissima opportunità, possiamo fare la differenza, possiamo accettare la sfida di vivere i nostri tempi. E per ricordarmelo ho deciso di digitalizzare letteralmente, la mano che possiamo offrire quando viviamo il digitale.
Ora mi sembra davvero tutto. Noi ci leggiamo lunedì prossimo e nell’attesa…
…Buona settimana, buona vita (in presenza e in digitale), buon tutto!
Gigi Cotichella
Dell’efficacia di tenere un diario e degli effetti benefici che ha, ne hanno scritto parecchi. Qui proviamo a vedere come può aiutare un formatore a crescere continuamente. Continue reading
Giovedì 20 gennaio c’è stato il webinar nazionale con cui sono state lanciate le istruzioni d’uso del Sinodo delle Misericordie d’Italia. Come ti avevo già detto ho costruito due strumenti per favorire l’ascolto e la decisione di gruppo.
In quel webinar, il presidente delle Misericordie d’ Italia, il dott. Domenico Giani, a un certo punto si è lasciato sfuggire un’espressione che mi ha colpito: “dobbiamo avere spirito di corpo“. Si è giustificato per le sue radici “militare”, guardia di finanza prima e gendarmeria vaticana (che ha diretto) poi. Ma in realtà “spirito di corpo” ha radici più antiche e anche più teologiche. Si rifà all’esempio di san Paolo della Chiesa vista come corpo, in cui ogni membra è diversa ma tutte sono collegate e tutte concorrono al medesimo filo.§
Le comunità devono avere uno spirito di corpo. Tutte le comunità. Che siano di lavoro o di volontariato, territoriali o scolastiche, tutte devono crescere in questa consapevolezza. Perché è la consapevolezza di sapere che ogni parte è importante e che ogni parte quando sta male va ascoltata e capita. Perché quando sta male una parte, sta male tutto il corpo. E ancora di più. Stanno male anche le relazioni che viviamo. Quando avete mal di testa, vi va di incontrare gente? Perciò se un ufficio di un’azienda sta male, l’azienda ne risente nel suo insieme e ne risentono tutti i cosiddetti stakeholder, cioè tutte le relazioni che vive, tra cui ci sono anche i clienti e i finanziatori.
Si bisogna aiutarci a far crescere ogni parte nello spirito di corpo, è un argomento importante, abbastanza da scriverci presto una articolo.
Voi che ne pensate? Se vi va di mandarmi le vostre idee, l’articolo viene meglio.
Mentre continua la preparazione per le serate formative legate al Manuale dell’Imperfetto Incontro Formativo, vi rinnovo l’invito a vederci domani sera, il 25 gennaio alla presentazione online del Manuale con l’editrice Effatà. Tutte le informazioni le potete trovare qui, mente se volete potete iscrivervi all’evento a questo link. Alla serata parleremo anche del Tour “Forma con il giusto SPRINT”. Può essere una buona occasione per i responsabili di gruppi e di comunità, per sapere se può essere utile o magari dare qualche suggerimento.
Infine sto anche lavorando a un rilancio di Projectus. E qui ho davvero bisogno del vostro aiuto! A tutti quelli che l’hanno comprato e usato, avete voglia di scrivermi un parere? Soprattutto soffermandovi su che cosa vi è mancato, su che cosa vi serva ancora per continuare il processo di progettazione partecipata. Ci saranno novità a breve, ma con il vostro aiuto saranno sicuramente migliori. Quindi non fate i timidi e scrivetemi pure direttamente a gigi@agoformazione.it… magari per chi partecipa, ci scappa un regalo. 😉
Ora mi sembra davvero tutto. Noi ci leggiamo lunedì prossimo e nell’attesa…
…Buona settimana, buona vita, buon tutto!
Gigi Cotichella